andrea boffetta
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2007.

Photos Andrea Boffetta
and Simone Masera.

Da Torino a Yerevan, 7439 km di viaggio in auto. Avetik, amico armeno, e famiglia ci hanno aperto le porte non di casa come ci aspettavamo, ma di un furgone verde di fabbricazione russa, anno 1975. In dieci in gita nel Nagorno-Karabakh, uno stato fantasma nato dopo una sanguinosa guerra d’indipendenza, appoggiata dall’Armenia, contro l’Azerbaijan. Tutta la famiglia, le cugine, le zie, l’autista della società del padre ed i due amici italiani in giro per i territori di uno stato fantasma: mai riconosciuto dalle autorità internazionali, sulla cartina non esiste. Si entra solo col visto, ma in caso di problemi nessuno potrà far nulla per noi: non ci sono ambasciate, ne servizi diplomatici, questo stato non esiste. Ufficialmente siamo un gruppo di architetti armeni in visita professionale nel piccolo stato caucasico. Armenia e Azerbaijan se lo contendono. Il raggiungimento di un accordo pacifico tra i due paesi resta lontano. Il protrarsi di questo conflitto storico è in parte da attribuire alla difficile situazione politico- economica del caucaso, ricco di risorse energetiche non ancora sfruttate e di crescente importanza strategica per la prossimità all’Asia centrale. Azerbaijan, Georgia, Turchia e Stati Uniti da una parte; Armenia, Iran, Turkmenistan e Russia dall’altra. Nel Nagorno- Karabakh tutte le tensioni del Caucaso sono palpabili, anche se regna una calma apparente. Sovente è vietato andare a svuotare la vescica nei campi lungo le strade: si potrebbe saltare in aria su una mina. Difficile spiegarlo alle vacche ed alle pecore. Gli unici luoghi di pace sono i monasteri sopravissuti ai Mongoli, ai Persiani, agli Arabi, agli Ottomani, agli Zar, ai Sovietici ed alle appena passate guerre d’indipendenza. La zona è sempre stata calda. Per fortuna Andranik, ribattezzato parabola per le spropositate orecchie, nostro autista, ci distrae dalla tensione dimostrandoci le stupefacenti prestazioni del nostro mezzo di trasporto sulle strade sterrate di questo paese che non c’è.