andrea boffetta
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Adoro viaggiare. Odio incrociare masse di turisti che si dirigono a fotografare le stesse icone cittadine già stampate sulle cartoline. Il mio scopo quando viaggio è quello di perdermi, di non sapere dove sono per scoprire il mondo a modo mio. Fotografo ad istinto ciò che mi colpisce.

Helsinki, 2011.

Il 3T fa al caso mio. Un mercoledì, avanti e indietro, sul tram he attraversa la città. Stanco, con accenno di tallonite: seduto vedrò Helsinky. Le scuole sono riniziate lunedì, l’estate finlandese giunge al termine, il sole scalda anche se, appena si alza il vento, ci si infila la giacca. La gente lavora, telefona, pensa fra sè e sè, si sbronza (qui sembra essere la cosa più normale del mondo) nella routine della città. Scatto finchè la batteria me lo permette, poi smetto e rimango girovago sul tram. Un mondo sconosciuto, riservato, nordico. Molti notano che scatto foto, ma nessuno dice nulla, si irrigidiscono consapevoli di diventare i soggetti di quell’attimo immortalato o molesti per essere ritratti senza permesso, ma nessuno mi dice nulla. La vita di Helsinki scorre sui binari della routine. Giovani e vecchi, biondi e bruni, belli e brutti, ganzi e insicuri, timidi e estroversi, tutti per una ragione sul tram che attraversa la città. Eppure nessuno è cosapevole di essere sul tram, sono tutti con la testa da alte parti. Probabilmente sono già dove devono arrivare o dal fidanzato o su una questione impellente da risolvere o forse fantasticano su nuovi successi e amori. Un non-luogo. Il tram attraversa la città e la vita passa, inevitabilmente va avanti. Siamo tutti qui, chi più e chi meno, distratti dalla routine, buttati nella vita quotidina. Capita anche a me a casa mia. “La vita è quella cosa che passa mentre siamo distratti a fare altro” non mi ricordo chi l’ha detto, ma forse anche costui ha trascorso un pomeriggio sul 3T.