andrea boffetta
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Adoro viaggiare. Odio incrociare masse di turisti che si dirigono a fotografare le stesse icone cittadine già stampate sulle cartoline. Il mio scopo quando viaggio è quello di perdermi, di non sapere dove sono per scoprire il mondo a modo mio. Fotografo ad istinto ciò che mi colpisce.

Tallin, 2011.

La zona antica di Tallina è mediovale. Venerdì pomeriggio: le strade sono deserte. La calma prima della tempesta. Fibrillazione. Nel tardo meriggio iniziano le invasioni, ma solo a sera le strade si traformano in fiumi umani di grandi alchoolisti. Orde di turisti russi, finlandesi e svedesi che invadono le strade pedonali del centro con l’unico scopo di sbronzarsi. Il costo dell’alchool in Estonia è sostanzialemnte più basso che nei paesi vicini. Durante la notte è raro che qualcuno cammini dritto e le vomitate sul suolo pubblico sono, tutto sommato, normali. Alle cinque passano potenti mezzi di pulizia che, un’ora dopo, lasciano la città immacolata. La mattina del sabato il centro è nuovamente deserto, ma verso sera rinizia la vita alchoolica. La domenica pomeriggio le orde, stanche e dal passo incerto, si trascinano verso il porto e scompaiono. Da domenica sera fino a venerdì mattina il centro antico di Tallina si trasforma. Il personale dei locali, lentamente, si riprende dal duro lavoro del weekend. I pochi turisti rimasti girano per una città nordica del 1200 dC semideserta, perchè la parte vecchia non ha più abitanti: tutti scappati nei quartieri oltre le antiche mura. Le porte ed i portoni mi portano in giro per il quartiere.