andrea boffetta
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Adoro viaggiare. Odio incrociare masse di turisti che si dirigono a fotografare le stesse icone cittadine già stampate sulle cartoline. Il mio scopo quando viaggio è quello di perdermi, di non sapere dove sono per scoprire il mondo a modo mio. Fotografo ad istinto ciò che mi colpisce.

Firenze, 2009.

La passione della mia fidanzata: lavorare il cuoio. A Firenze non mi sono perso per le strade della città per scattare foto. A Firenze mi sono chiuso per una settimana in una bottega per imparare a cucire il cuoio a mano. Intendiamoci: s’impara a cucire il cuoio lavorando svariati anni; noi, coppia inesperta, abbiamo visto come si fa e abbiamo provato a imitare gli artigiani. Da casa alla bottega, dalla bottega a casa: le foto si riferiscono a questo percorso, che ogni volta variava perchè mi viene l’herpes se ricammino sulla stessa strada per due giorni di seguito. Non avevo previsto che potesse venir fuori un reportage sulla città. Non ho assaporato le strade e le vie, ma la bottega. A Firenze ho intriso le narici dell’odore del cuoio, ho usato le mani finchè non mi duolevano cucendo, ho fatto parole con gli artigiani fiorentini e giapponesi, ho rilassato i ritmi, mi sono lasciato trasportare da coloro che per una settimana mi hanno adottato, ho ascoltato la radio, ho capito perchè gli artigiani odiano la fretta ed i turisti. Non immaginavo che ci fossero le foto per un reportage su Firenze.